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Visualizzazione dei post da 2020

In cerca dei colori.

L'abitudine di camminare per la città che si conosce a memoria, è cosa comune. Quasi indifferenti.  Credendo di aver memorizzato ogni dettaglio. Ogni strada. Ogni marciapiede. Ogni vetrina. Camminiamo quasi senza guardare, come se fossimo in un apnea visiva. Senza distinguere i colori di una città che si è fatta grigia, tra la fretta del quotidiano. Finché, come i delfini, non si ha bisogno di riprendere aria. Si va alla ricerca dei colori come fossero boccate d'ossigeno. Ed è in quel momento che la mia città mi sorprende. Incredibilmente vicino alla monocromaticità del quotidiano, si estende un paesaggio pieno dei colori sgargianti del sole e del mare. Un passeggiata fatta con le gambe, gli occhi, il cuore e i polmoni. Potrebbe sembrare un prodigio ma è Brindisi. Nel video il percorso naturalistico Punta Penne -  Punta del Serrone.

Nicoletta: La città vecchia. La chiesa del Cristo.

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Ricordo com'era, da ragazzini. L'eccitazione delle prime uscite con gli amici, da soli, senza supervisione. I compiti fatti di fretta. La voglia di vedere gli amici. La voglia di vedere lui.  Perché, ad un tratto, l'hai guardato e il tuo cuore ha mancato un battito. Ed è diventato Lui  e non vedevi l'ora di raccontare alle tue amiche di lui. Di ogni sguardo che ha un sapore diverso da quando il tuo cuore ha mancato quel battito. Ricordo com'era, da ragazzini. Quando per la prima volta avete preso un gelato, solo tu e lui. Quando il bacio sulla guancia era solo per te e gli amici lo prendevano anche un po' in giro. Quando durante una passeggiata, per la prima volta, ti ha preso la mano. Ricordo com'era, da ragazzini. Cercare di diventare grandi tra le vie della città vecchia. Labirinti che conoscevamo a memoria. Labirinti che non dimenticheremo mai. Il luogo di Nicoletta La chiesa del Cristo e le vie della città vecchia.

Vincenzo: Il lungomare di Locorotondo

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Per noi pugliesi   l’estate è sinonimo di mare. La spiaggia di giorno, gli aperitivi e le feste in riva al mare di sera. Tutto gira intorno all’acqua e al sole. Siamo come in trance, attirati dalle spiagge. Ma non tutti sono spinti verso il mare. Non per tutti il divertimento comincia e finisce con i piedi nella sabbia e un cocktail in mano. Che succede se fosse l’esperienza a fare la differenza? Se la cosa importante fossero gli odori e le sensazioni provate durante il tragitto? Succede che, quegli odori e quelle sensazioni, ti riportano alla fanciullezza. Alla festa Patronale. Alla cupeta, i lupini e lo zucchero filato. Perché casa nostra è mare e sole ma anche odori, sapori e tradizioni. Luogo preferito di Vincenzo Il "lungomare" di Locorotondo

La Diga di Punta Riso

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Ognuno di noi ha, nella propria città, un posto preferito.  Un posto dove si va per schiarirsi le idee.  Un posto che ci fa sentire, istantaneamente meglio. Un posto che ci piace per il suo grande valore storico (del resto l'Italia ne è colma) o semplicemente un posto che ci rilassa, cui facciamo visita ciclicamente. Io ne ho diversi ma, il primo della lista, è sicuramente la Diga di Punta Riso. Tecnicamente è una struttura facente parte del Porto che si estende per più 2 chilometri e che contribuisce alla sicurezza delle navi che stazionano in Porto.  Emotivamente, è come una magia. La brezza, il mare, la storia che circondano questo luogo ti trasporta in un'altra dimensione.  Non siamo nemmeno sulla Terra. Siamo in un'altra galassia. Dove non c'è nient'altro che bellezza. E pace Dove tutto è giusto, così com'è.

Siamo tutti PRIDE

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"Hai sentito gli altri?" chiede Luca ad Andrea. "Si, ci aspettano domani in spiaggia. Sanno già che ci alzeremo tardi e saremo costretti a raggiungerli." Sorride Andrea. "Ti alzerai tardi, vorrai dire." "E' colpa tua, mi fai andare sempre a dormire tardi." "Ah quindi non parliamo più di colpa" "Parliamo di colpa quando gli altri sono costretti ad aspettarci ed io devo puntare il dito contro qualcuno" "Che scemo" Luca si guadagna, così, un bacio sulla guancia. "Ma guardate che carini." Luca e Andrea si pietrificano sul posto sentendo una voce estranea. Luca prende Andrea per la manica della maglietta. "Non ti fermare, continua a camminare" gli sussurra. Andrea riprende a camminare sperando che sia finita lì. "Froci e anche sordi" Speranza vana a quanto pare. Andrea stringe i denti e i pugni. Non è una persona che lascia correre certe cose ma fa un respiro e prosegue

I GOT YOU

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                                                                   I GOT YOU   La trovo una frase stupenda. Letteralmente significa "ti ho preso" ma viene usata per dire Ti tengo stretta, ci sono io. E cosa c'è di più bello che dire ad un'altra persona Ti tengo stretta Non credo ci sia un modo più efficace e convincente per dire a qualcuno che ci saremo sempre. E' come prendere un impegno concreto, non come una frase di circostanza. E' quel comportamento che si ha con le persone a cui teniamo davvero e per cui saremo davvero presenti. In modo reale. A volte, durante un brutto periodo, non si sa come comportarsi e si avrebbe solo bisogno di sentirsi dire che andrà tutto bene e che, nonostante tutto, c'è qualcuno al nostro fianco. Che non siamo soli. Perché nessuno si salva da solo ma non veniamo salvati nemmeno da chiunque ma solo dalle persone giuste che sono disposte a guardarci negli occhi e a dirci I GOT YOU!

Ricordi di una bambina. Progetto Io, tu, tutti noi.

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                             Ricordi di una bambina Ricordo una bambina sull’altalena, spinta sempre più in altro, finché l’unica cosa che si vede è il cielo. Ricordo una bambina sullo scivolo che tornava a casa tutta sporca ma felice. Ricordo una bambina alle prese con una  bici da grande,  con l’espressione concentrata e la fiducia in chi le sta insegnando come si fa. Ricordo una bambina sulla sua giostra preferita che, ad ogni giro, cerca quello sguardo familiare e felice come il suo. Ricordo una bambina pronta a fare un tuffo  “Papà, papà, guarda come mi tuffo” “Ti sto guardando, amore” Ricordo una bambina che  do il bacetto a papà quando torno a casa.  Ricordo una bambina e ricordo suo padre Il più grande degli amori. Valentina

Donne

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Perché le donne sono così ostili con le altre donne? Quando accade qualcosa di grave come, ad esempio, una violenza, la maggior parte dell'opinione pubblica si scaglia con cieca brutalità, contro la vittima. Perché? Perché, quando la vittima è una donna, si cerca a tutti i costi di giustificare l'aggressore? Quei se l'è cercata, poteva starsene a casa sua, sicuramente le è piaciuto.  Ma perché? Mi rendo conto che viviamo ancora in una società maschilista e patriarcale e dobbiamo lavorare ancora tanto per ottenere quello che ci spetta di diritto ma, perché almeno tra donne, non siamo solidali? Cosa spinge una donna a puntare il dito contro un'altra donna dopo aver subito un qualsiasi tipo di violenza, per altro, con la ferocia con cui viene fatto? Può capitare a tutte di subire una violenza, non c'è bisogno di andare in giro mezze nude. Potrebbe anche capitare mentre si torna dal lavoro o dalla spesa o dalla palestra. Capita di essere aggredit

Le 5 amicizie

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Ci sono quelle "5 amicizie" che sopravvivono a tutto. Liti, distanza, tempo. Generalmente iniziano, al più tardi, ai 15 anni. Bisogna essere fortunati e, molto spesso, non ci si accorge subito di quanto, queste amicizie, siano importanti. Sono le uniche persone che ascolti e che, quando ti danno un consiglio tu, per lo meno, ci pensi un attimo.  Si ok, poi fai come cavolo ti pare comunque ma, intanto, per un attimo ci pensi. Sono le uniche persone che ti chiedono come stai nell'esatto momento in cui ne hai bisogno. Non si sa come facciano, probabilmente è un superpotere. Il superpotere 5 amicizie. Più o meno funziona così: Non ci vediamo da 5 anni perché vive all'estero e torna a casa veramente di rado? Sticazzi! Il giorno stesso del ritorno, dopo millemila ore di viaggio, manda questo messaggio: sono in città, birretta? Cazzo, si! Birretta! E passeggiata, e chiacchiere e risate. Ed è come se gli anni non fossero mai passati.  E ques

Padri e Figlie

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Per una figlia, il papà è il primo amore. Il suo supereroe senza macchia e senza paura. Chiunque abbia avuto un padre, degno di questo nome, sa che papà è quell'uomo che ti proteggerà sempre.  Che si preoccuperà sempre per te, per la strada che intenderai percorrere e le compagnie che frequenterai. Per lui sarai sempre quella piccolina che correva a dormire nel lettone dopo un incubo e che lui prendeva in giro. Sarai sempre quella bambina a cui lui dedicava il suo giorno di riposo.  A cui ha insegnato ad andare in bici senza le rotelle e a cui ha insegnato a nuotare. Sarai sempre quella ragazzina che ha cominciato ad appassionarsi allo sport, per poter passare più tempo con lui e per avere qualcosa di più in comune. Ma sei anche quella donna che, ha preso tutti gli insegnamenti di suo padre e li ha trasformati in uno stile di vita, in una specie di codice di comportamento perché, quello che a lei sta più a cuore, è assomigliare a lui e renderlo orgoglioso. P

Pioggia

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Sono meteoropatica, o almeno credo. Quando il cielo è grigio e piove, il mio umore cambia. Però non la prendo sempre nello stesso modo. Che sono un gemelli l'ho già detto? A volte divento nervosa, scostante. Altre, invece, mi prende la sindrome del fuori piove ma io sono dentro al calduccio. Inutile dire che, il 99,9% delle volte divento una psicopatica. Mi piacciono le belle giornate, il caldo dell'estate. Mi piace non dovermi imbacuccare per uscire perché soffro il freddo, più di quanto sia lecito. Sono nata in Primavera, con il sole e con il sole mi ricarico. Un pannello solare, in pratica. Le volte in cui mi prende bene, immagino sempre di essere in un salotto, col camino acceso. Sistemata su una di quelle sedute alla finestra, con sopra una coperta, una tazza di cioccolata calda e il cane che russa. Un modo niente male per passare una giornata di pioggia. Per i single, almeno. E voi, come le passate le giornate di pioggia?

Com'è nato Esprimi Un Desiderio

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Non mi sono resa subito conto di voler scrivere un libro. Ad un certo punto, ho avuto l'idea di vedere come sarebbe potuta andare la mia vita, se avessi fatto quel passo che non ho mai avuto il coraggio di fare. Certo l'ho romanzato, ho fatto in modo avessi una gran botta di culo (licenza poetica) e, ovviamente, ho scritto il mio lieto fine. Diciamo che ho fatto avverare i miei sogni, almeno sulla carta. Però non è stato tutto un sogno ad occhi aperti perché, più scrivevo e più mi sembrava che la storia avesse un senso. Mi piaceva rileggerla, mi piacevano i personaggi che avevo creato. Persino l'antagonista credo mi sia venuto bene. Da qui a far leggere il mio scritto ad altre persone, però, ce ne passa. Mi vergognavo da morire, sia al pensiero di farlo leggere agli estranei che agli amici, quindi, ci ho messo 3 anni prima di convincermi a farlo. Ovviamente le case editrici non mi hanno considerata nemmeno per sbaglio e io sono stata restia a mandare l'intero

L'evoluzione delle amicizie

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E' strano come cambi la nostra percezione dell'amicizia con l'andare degli anni. Quando siamo alle superiori ci interessa soprattutto che, gli amici, siano tanti. I numeri più che la qualità. Credo sia perché, a quell'età, si ha bisogno di divertimento e spensieratezza. Non ci interessano più di tanto dei fidati confidenti quanto, piuttosto, degli "animali" da divertimento. Poi cresci, la cerchia si assottiglia fino ad essere composta da, massimo, cinque persone. Quelli con cui parli dei tuo problemi, che ti danno un supporto emotivo, otre a tutto il resto. Si, ovvio che ci siano anche i conoscenti, quelli da un caffè ogni tanto ma, restano solo questo. Due chiacchiere e un caffè. Che già è molto. Ci sono gli amici di infanzia. Con alcuni ancora fai qualche serata, con altri ti ci senti solo per gli auguri delle ricorrenze però, sono quelle persone che ricordi sempre con affetto e con il sorriso sulle labbra. Poi arrivi a quasi 39 anni ad evitar

Volontà

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"Che c'è Gloria?" "A parte l'ovvio?" "Ti sei chiusa in te stessa. Di nuovo." "Beh sono demoralizzata. Tu non lo saresti se non camminassi più?" "Si certo che lo sarei ma, il punto è, che TU non dovresti esserlo." "E questo cosa dovrebbe significare?" "Che non sei mai stata una persona che molla." "Ma che ne sai? È facile essere una che non molla quando tutto va bene e il tuo corpo risponde ai tuoi comandi." "È vero, il tuo corpo non ti risponde più ma, la tua mente si ed è attraverso di lei che devi raggiungere lui." "Perché sorridi adesso?" "Perché ci stai pensando." "Ma sta zitto! E se non ci riesco?" "No, non è possibile." "Dai Gloria! Dai provaci, fai un passo! Dai!" "Non ce la faccio Giò, non ce la faccio." "Si che ce la fai, devi solo insistere. Forza." "Ho paura di cadere.

La vista mentale

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"Shakespeare eh?" Alzo lo sguardo sul tizio che ha appena interrotto il mio momento di relax. "Ebbene sì, Shakespeare." "Io sono Andrea." So che non riuscirò più a riprendere a leggere. "Che idiota! Lo so chi sei." "Vabbè era per dire" Alzo gli occhi al cielo e torno a leggere. "Allora, perché proprio la lettura?" No, non ritorno a leggere per niente "In che senso, perché?" "Perché hai scelto la lettura come modo per evadere? Perché non la musica, ad esempio oppure la pittura" bella domanda  "In primo luogo, perché non so dipingere, né disegnare in generale. Secondo poi, mi piace come le parole mettono in moto la mia fantasia. Riesco a dare un volto a personaggi che non esistono, riesco a vedere paesaggi che non ho mai visto. Per me è emozionante, è come se si aguzzasse la vista mentale, come la chiamo io." "Ottima risposta ma, io conosco un modo per appagare

La vita che vorrei

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"AMORE, CORRI" "Che c'è? Ti senti male?" Ha il fiatone. Sorrido tra me e me. Forse dovrei smetterla di fare così o prima o poi gli verrà un infarto.  "Guarda cosa ho trovato?" Gli mostro una foto di noi due, con il mare sullo sfondo. "Sei impazzita? Mi farai venire un colpo un giorno di questi" Sfodero i miei migliori "occhi dolci" e gli do un bacio sul naso.  "Dove eravamo qui?" Gli porgo la foto e lui comincia a studiarla con l'espressione dubbiosa. Non se lo ricorda nemmeno lui, ecco perché siamo fatti l'uno per l'altra.  "Grecia? No, aspetta, forse Calabria o Croazia" Scoppio a ridere. "Andiamo bene"  "Ne abbiamo fatti tanti di viaggi." "Si e continueremo a farne" "Già. Non avrei mai pensato che saremmo stati in grado di vivere delle nostre capacità." "A quanto pare la gente è attratta dalle tue foto e dai miei disegni e, l'

Un compleanno da ricordare

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Sto per fare una cazzata, lo so. Se mio padre scopre che sono uscita senza permesso mi uccide. Letteralmente. Però è il mio compleanno e non voglio passarlo in casa. Ancora una volta. "Hey Sabri, sei riuscita a venire." Beh ormai sono qui. La cazzata è fatta. "Si e sto morendo di paura. Se mio padre lo scopre..." "Si infuria, lo so. Quindi entriamo senza perdere tempo." Io non sono tipa da locali notturni. Papà non mi fa uscire. La musica è fortissima ma mi piace. Cerco di scacciare via la preoccupazione.  I miei amici sono dei bravi ragazzi, non mi farebbero mai cacciare nei guai. Scendiamo in pista e cominciamo a ballare. A ridere. A divertirci.  "SORPRESA" Mi giro in tempo per veder arrivare una torta gigante. ' Tanti auguri Sabrina ' C'è scritto. "Ragazzi non dovevate." "Ma volevamo." "Non so come ringraziarvi." "Soffia sulle candeline ed esprimi un desiderio." G

Cambiare vita

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Guardando lo spettacolo meraviglioso che ho davanti, non posso fare a meno di chiedermi se ho fatto la scelta giusta.   La natura sta cercando di convincermi con la potenza della sua bellezza ma (c'è sempre un ma ) basta per dimenticare quello che mi sono lasciato alle spalle? I legami che ho interrotto, in cambio della vita che volevo? Probabilmente il difficile delle scelte è proprio questo.  A volte sacrifichiamo noi stessi per far felice chi ci sta accanto. Amore. Amici. Famiglia. È veramente giusto, sacrificare la nostra occasione di una vita appagante, per il bene di qualcun altro. Anche se è una persona a cui teniamo? Credo che continuerò a cercare una risposta a queste domande perché sento il dovere, verso me stesso, di cercare la mia felicità. La mia speranza è non aver fatto male a nessuno, nel cammino che mi ha portato fin qui. Ma credo sia vana.  "Cos'è? Credevi davvero che sarebbe stato così facile scappare?" Mi giro di scatto al suono